Il lavoro MAGICA ENTITA’ è stato realizzato per l’evento “Mappa Mundi - Dove gli artieri creano nuovi itinerari dell’anima”, organizzato da Viaggi dell’Anima, tenutosi ad Asolo (TV), sul tema “Le Città Invisibili” di Italo Calvino. Per questo evento è stato chiesto agli artisti partecipanti, di scegliere una città tra le cinquantacinque descritte nel libro suddivise a in vari gruppi. E’ stata scelta la città di Eusapia, una delle cinque città e i morti, di cui viene riportato uno stralcio che la descrive:
“Non c’è città più di Eusapia propensa a godere la vita e a sfuggire gli affanni. E perché il salto dalla vita alla morte sia meno brusco, gli abitanti hanno costruito una copia identica della loro città sotto terra … Per questa città racconta Calvino, i vivi (parrucchieri, orologiai, mezzesoprano, duchesse, e altri) hanno ricreato una città gemella sotto terra dove andare una volta morti, questo per rendere meno brusco il passaggio dalla vita alla morte. Una volta deceduti, i corpi vengono fatti seccare e accompagnati nella città di sotto, qua vengono rimessi a compiere le proprie mansioni, ma solo quelle che da vivi li hanno resi felici.
“Non c’è città più di Eusapia propensa a godere la vita e a sfuggire gli affanni. E perché il salto dalla vita alla morte sia meno brusco, gli abitanti hanno costruito una copia identica della loro città sotto terra … Per questa città racconta Calvino, i vivi (parrucchieri, orologiai, mezzesoprano, duchesse, e altri) hanno ricreato una città gemella sotto terra dove andare una volta morti, questo per rendere meno brusco il passaggio dalla vita alla morte. Una volta deceduti, i corpi vengono fatti seccare e accompagnati nella città di sotto, qua vengono rimessi a compiere le proprie mansioni, ma solo quelle che da vivi li hanno resi felici.
Tale compito è affidato ad una confraternita di incappucciati e a nessun altro, nessuno ha accesso all’Eusapia dei morti ad eccezione degli stessi componenti della confraternita. Gli stessi incappucciati, sostengono che ogni volta che scendono di sotto, trovano che i morti rimessi a svolgere le proprie attività, hanno apportato delle innovazioni alla propria città, poche innovazioni ma certamente frutto di riflessioni ponderate. La confraternita parla in giro delle modifiche apportate, e i vivi per non essere da meno le copiano e le riportano alla propria città. Le innovazioni apportate con il passare del tempo sono talmente tante che ormai le due città non si distinguono più, come non si distinguono più chi siano i vivi e i morti; si pensa infatti che la città dei vivi sia stata costruita proprio dagli stessi morti.
Materiali:
corda e spago di canapa, ferro, tela di juta
Anno:
2013
Dimensioni:
160 x 70 x 60 cm